Anche il comparto ortofrutticolo ha subito i contraccolpi economici della pandemia Covid-19 che si sono sommati ai danni causati nelle regioni del Nord Italia dalla cimice asiatica e alle gelate che hanno portato a cali drammatici del raccolto. Per fronteggiare la crisi del comparto, oltre alla misure orizzontali messe in atto dal Governo, il ministero delle Politiche agricole è impegnato nell'aggiornamento della strategia nazionale in materia di riconoscimento e controllo delle organizzazioni di produttori ortofrutticoli e loro associazioni con l’obiettivo di introdurre innovazioni agevolative significative alle caratteristiche delle realtà organizzative ed associative, cercando di sfruttare appieno le flessibilità introdotte nelle misure anti-Covid.
“Il rilancio del settore deve avvenire non solo attraverso il consolidamento del mercato interno – dichiara il sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe L’Abbate, nel corso di una interrogazione parlamentare in Senato sul tema – ma anche tramite l’implementazione delle esportazioni, consolidando l’export delle produzioni ortofrutticole che deve essere protagonista del Patto per l’export, a cui è collegata la spesa di oltre un miliardo di euro. Possiamo e dobbiamo migliorare la nostra presenza nei mercati esteri e far valere la forza del marchio Italia nel mondo. Negli ultimi mesi – prosegue L’Abbate – abbiamo raggiunto risultati importanti grazie ai quali, a dimostrazione della forza attrattiva che continuiamo ad esercitare sui mercati mondiali, si è registrato un incremento del 6,95% delle nostre esportazioni. Solo a titolo esemplificativo, ricordo: lo sblocco del mercato brasiliano per le susine avvenuto lo scorso febbraio, la conclusione del negoziato con la Thailandia in aprile per l’esportazione delle mele, il via libera a maggio dell’export di mele a Taiwan e la recente firma dell’addendum al protocollo per l’esportazione di kiwi in Cina. Traguardi rilevanti raggiunti anche grazie al Tavolo ortofrutticolo che adesso dovrà misurarsi con la strategia di intervento della nuova Pac 2021-27″.
A seguito del riconoscimento di eccezionalità dell’infestazione da cimice asiatica, inoltre, sono state presentate circa 3.100 domande, per un importo richiesto di circa 180 milioni di euro a fronte di una disponibilità attuale di 150 milioni. “Di certo c’è ancora da fare – aggiunge il sottosegretario L’Abbate – Nelle prossime settimane si definirà la costruzione di un piano di recupero e resilienza per nuovi rapporti di filiera, progetti per sostenere il ruolo dell’agricoltura nei cambiamenti climatici, per fermare il dissesto idrogeologico e per rafforzare la sostenibilità”. Infine sulle polizze assicurative “il Piano di gestione dei rischi 2020 già consente, ferma restando la validità annuale delle singole polizze, l’impegno pluriennale delle parti al tacito rinnovo del contratto assicurativo e la conseguente copertura con l’approssimarsi dei rischi, con premi coperti sino al 70% della spesa, il massimo consentito dalla normativa europea. Peraltro – conclude Giuseppe L’Abbate – per quanto riguarda i danni da gelo e brina a carico delle drupacee, una soluzione adeguata potrebbe essere fornita dalle Regioni, anche indirizzando, tramite le misure dei Programmi di sviluppo rurale, le scelte degli agricoltori verso varietà con una maggiore resistenza al freddo”.