La Global Coalition of Fresh Produce ha svolto un’indagine per comprendere gli impatti dell’aumento dei costi di produzione nel settore ortofrutticolo. Emerge, a livello globale, un quadro preoccupante: solo il 40% del prodotto commercializzato sarebbe venduto con un margine, il restante il perdita o pareggio.
Chi è la Global Coalition of Fresh Produce
La Global Coalition of Fresh Produce riunisce associazioni di prodotti freschi da tutto il mondo, ed è volta a creare catene del valore globali resilienti per frutta e verdura che portino vantaggi economici, benefici ambientali e sociali. La missione della della coalizione è trovare soluzioni per affrontare le interruzioni dell’offerta globale, l’aumento dei costi e condividere e promuovere le migliori pratiche.
L’indagine a livello globale
Tra gli intervistati (165) sono stati inclusi i produttori di frutta e ortaggi, spedizionieri, imballatori, grossisti, distributori e altri partner della catena di fornitura nel Nord e Sud America, Europa, Africa e Oceania. I fornitori di frutta e verdura fresca riferiscono aumenti senza precedenti dei costi durante e dopo la pandemia di Covid-19, indipendentemente dalla loro regione di appartenenza.
A essere aumentati maggiormente sono i fertilizzanti, i materiali da costruzione, il carburante, i servizi di spedizione e l’elettricità.
Se è vero che la maggior parte degli operatori sia riuscita ad aumentare le proprie vendite, è altrettanto vero che questi aumenti non sono stati sufficienti a compensare l’aumento dei costi di produzione e di esercizio.
Tutti concordi nel dire che gli effetti dell’aumento dei costi si faranno sentire negli anni a venire: ll’80% degli intervistati ha affermato che ritarderà o annullerà gli investimenti nelle loro attività.
La maggior parte degli intervistati dichiara che l’industria ortofrutticola non ha ricevuto alcuno sostegno del governo in questo periodo di difficoltà. Sulla fine della crisi l’industria è divisa: non è facile definire se i costi diminuiranno entro la fine del 2023.
I risultati in Europa
Quanto all’Europa, gli operatori segnalano un aumento significativo dei costi di produzione e di esercizio, con punte per i fertilizzanti ed elettricità. La maggioranza degli intervistati indica il loro prezzo di vendita aumentato negli ultimi due anni dell’11% in media.
La maggioranza degli europei intervistati indica di aver aumentato i prezzi di vendita, ma tali aumenti non hanno tenuto il passo con l’aumento dei costi operativi.
Gli operatori non sono stati in grado di imporre prezzi più alti per vari ragioni, tra cui l’eccesso di offerta, la diminuzione dei consumi e una mancanza di potere contrattuale. Il 56% è in pareggio, il 16% vende in perdita, e il 28% generalmente realizza un profitto transazioni. Quasi tutti gli intervistati hanno dichiarato margini sono in calo rispetto al 2019.
Solo una manciata di intervistati ha indicato che i propri margini sono aumentati (in media dell’8%).
Di conseguenza gli operatori sono cauti nell’investire; alcuni li hanno addirittura ridotto la capacità produttiva e il rendimento. Nella maggior parte dei casi, i costi in aumento hanno influito sulle scelte strategiche e operative: alcuni produttori hanno ridotto l’uso di input (ad esempio gas), mentre alcuni commercianti hanno ridotto le attività di esportazione o sono passati a fornitori con costi di spedizione inferiori.
Una piccolissima minoranza di operatori ha ricevuto sostegno dal proprio governo per compensare l’aumento costi di produzione e di esercizio.
Circa un terzo degli intervistati europei ritiene che gli effetti dell’aumento dei costi si ridurrà entro la fine del 2023; due terzi
degli intervistati, tuttavia, non credono che l’impatto si ammorbidirà presto: Mentre alcuni costi stanno diminuendo (spese di spedizione e trasporto, materiale di imballaggio), altri costi difficilmente diminuiranno nel prossimo futuro (costo del lavoro, materie prime).
Fonte: Global Coalition of Fresh Produce