16 marzo 2020

Ortofrutta, tiene l’export ma il saldo è dimezzato

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L'anno scorso il settore ortofrutticolo italiano ha più che dimezzato il saldo positivo della bilancia commerciale: esattamente il 55,4% in meno per un valore di 348,6 milioni (contro i 781,7 del 2018). Intanto, l’import ha superato in quantità l’export (3,7 contro 3,6 milioni milioni di t), che però tiene in valore: 4,6 miliardi contro i 4,2 miliardi dell'import.

Questa la radiografia dell’ortofrutta italiana secondo i dati Istat elaborati da Fruitimprese, l'associazione che riunisce le principali aziende di import-export del settore.

 

Export: ortaggi e frutta secca in aumento

Se il saldo commerciale continua ad assottigliarsi è dovuto all'aumento delle importazioni (4% in quantità e dell'11,1% in valore) perché l'export si limita a tenere, con un aumento del 2,5% in volumi e un calo di appena lo 0,2% in valore. Complessivamente l'Italia ha spedito oltreconfine circa 3,642 milioni di tonnellate di prodotti per un valore di 4,59 miliardi di euro.

In crescita i volumi di ortaggi (0,9%), frutta fresca (5,7%) e frutta secca (2,1%), mentre segnano il passo gli agrumi (-13%).
In valore crescono gli ortaggi (4,1%) e la frutta secca (1,2%) e calano gli agrumi (-5,2%) e la frutta fresca (-2,3%).

Import su, ma importiamo meno frutta tropicale

Per quanto riguarda le importazioni l'Italia ha importato circa 3,7 milioni di tonnellate per un valore di 4,2 miliardi di euro.

Tra i singoli comparti crescono in volume gli ortaggi (7%), gli agrumi (5,8%), la frutta fresca (7,4%) e la frutta secca (13,5%), mentre cala la frutta tropicale (-4,7%). In valore segno positivo per tutti i comparti ad eccezione degli agrumi che hanno fatto registrare un calo del 6,4%.

“La bilancia commerciale di settore esce squilibrata in maniera importante. Questi numeri non possono accontentarci, soprattutto se paragonati a quelli di altri paesi dal cui confronto usciamo fortemente penalizzati”, avvisa Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, che aggiunge: “Come abbiamo sempre detto, è nostra convinzione che tornare a crescere sia possibile sui mercati esteri – se sapremo sottoscrivere accordi bilaterali con Paesi oggi chiusi alle nostre produzioni – e, anche, sul mercato interno, se i consumi saranno sostenuti da adeguate campagne di promozione”.

Coronavirus, forniture garantite

“Le imprese del settore stanno lavorando giorno e notte per garantire la fornitura di prodotti all’Italia, all’Europa e al mondo nel rispetto delle massime garanzie igienico-sanitarie e delle prescrizioni dei Decreti governativi. Ci siamo adeguati in tempi strettissimi alle prescrizioni del Governo per quanto riguarda i nostri ambienti di lavoro per assicurare la massima tutela della salute dei nostri dipendenti nei magazzini di lavorazione e confezionamento. Ai nostri clienti nel mondo continuiamo a fornire prodotti con le massime garanzie organolettiche e igienico-sanitarie. Ribadisco – conclude Salvi – che non è accettabile alcuna discriminazione verso i nostri prodotti da parte di catene di altri Paesi europei e no, o di catene di retailer che in questi giorni di confusione stanno prendendo decisioni improvvisate ai danni delle nostre produzioni (o di altri paesi partner)”.

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