I produttori e i commercianti di prodotti ortofrutticoli freschi, gli spedizionieri e i dettaglianti dovrebbero essere resilienti in questi tempi di crisi. Così commenta Michael Schotten nel suo editoriale sull’ultimo numero di Fruchthandel Magazin.
Nonostante il loro uso ormai inflazionato, due parole – perturbazione e resilienza – descrivono ancora molto bene ciò che sta accadendo oggi nel settore. Cambiamenti radicali che devono essere superati in qualche modo, sia crescendo sia riducendosi, sia andando da soli sia collaborando.
“Tutto questo è stato percepito come mai prima d’ora al Fruit Logistica di quest’anno, dalle catene di approvvigionamento locali a quelle globali – spiega Schotten – Le aziende della catena del valore del settore ortofrutticolo non devono solo confrontarsi con l’indebolimento dell’economia, la crisi dei consumi e la pressione sui costi in molti Paesi di origine e di destinazione o con le catene di approvvigionamento interrotte a causa di conflitti geopolitici. Devono anche confrontarsi con l’instabilità politica e con condizioni e decisioni politiche discutibili in molti Paesi, tra cui la Germania”.
“La politica stessa, che dovrebbe servire in primo luogo a promuovere una concorrenza leale e a bilanciare gli interessi di tutti gli attori economici – a meno che non si escluda semplicemente il settore agricolo dall’economia – è diventata un fattore ancora più dirompente di prima – aggiunge – Ne abbiamo avuto ampia dimostrazione negli ultimi mesi. Purtroppo, le comprensibili proteste si sono talvolta spinte oltre ciò che è democraticamente ammissibile”.
In questa situazione complessa, caratterizzata da una crescente incertezza e dalla mancanza di pianificazione, è estremamente difficile bilanciare correttamente l’ago della bussola. “La mia impressione a Berlino – scrive Schotten – è che i segnali in Germania siano a favore della cooperazione, della massima efficienza e della creazione di strutture efficaci nell’offerta. Non si tratta solo di sfidare le strutture di approvvigionamento della Gdo e di ingrandirsi continuando a fare tutto come al solito. Il business as usual, su scala più ampia, non funzionerà. Si tratta di riposizionarsi radicalmente, di essere migliori e più specializzati del settore della distribuzione alimentare attraverso cambiamenti radicali e l’ottimizzazione della produzione, dei portafogli di varietà e dei processi di vendita“.
Questo potrebbe funzionare, secondo Schotten. In tal caso, infatti, la Gdo sarebbe ben felice di continuare a utilizzare i servizi dei propri fornitori. “In primo luogo – conclude – penso alla sicurezza degli approvvigionamenti, che non può essere facilmente garantita nemmeno con l’approvvigionamento più sofisticato e le strutture logistiche più efficienti. Questo rimarrà anche in futuro il compito principale degli specialisti, che dovranno cogliere costantemente questa opportunità”.
Fonte: Fruchthandel