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20 dicembre 2024

Piana del Sele: i primi risultati del progetto 100% Rucola

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“Dagli scarti nasce una risorsa preziosa”. È stato questo il messaggio chiave della presentazione dei primi risultati di 100% Rucola, tenutasi presso l’Istituto Profagri di Salerno alla presenza dei partner del progetto. 

Il progetto 100% Rucola è finanziato nell’ambito del Psr Campania 2014-2020 e realizzato in collaborazione con l’azienda agricola Busillo Vito, Terralavoro Giampaolo, azienda agricola Cascone Annamaria, il Consorzio di tutela Rucola della Piana del Sele Igp, Eng4life e la Fondazione Saccone. L’iniziativa ha messo in luce un nuovo approccio alla sostenibilità, trasformando gli scarti della lavorazione della rucola in un’opportunità economica e scientifica. 

L'erucina e le sue proprietà

Durante l’incontro è stato illustrato agli studenti, agli stakeholder, ai rappresentanti delle istituzioni e agli esperti del settore, il processo che consente di estrarre dagli scarti l’erucina, una molecola naturale dalle straordinarie proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e chemiopreventive. Grazie a tecnologie biotecnologiche avanzate, l’erucina viene trasformata in bioprodotti destinati al mercato farmaceutico, aprendo nuovi orizzonti per l’economia locale e il settore agroalimentare. 

“La Piana del Sele, con la sua rucola, rappresenta un elemento distintivo di un territorio – ha evidenziato Vito Busillo, presidente del Consorzio di tutela Rucola della Piana del Sele Igp – Basti pensare che qui produciamo circa il 70% della rucola Igp italiana. È importante dare valore a un prodotto che è un marchio simbolo di un intero territorio e che possiede caratteristiche uniche. L’erucina è un vasodilatatore eccezionale, un elemento distintivo che vogliamo rafforzare presentando un sistema di agricoltura sostenibile, simbolo di un perfetto processo di economia circolare".

“In un periodo in cui si parla sempre di sostenibilità, l’idea è quella di recuperare una materia che potrebbe sembrare uno scarto e trasformarla in qualcosa di utile – ha spiegato il professor Gaetano Lamberti, responsabile scientifico del progetto e docente del Diin dell’Università di Salerno – Dal residuo di produzione o dagli invenduti è possibile estrarre molecole di grande interesse, tra cui l’erucina. Abbiamo quindi elaborato un metodo efficiente per estrarla dagli scarti e renderla fruibile, adatta alla creazione di integratori alimentari e altre applicazioni future".

Un modello che unisce ricerca, istituzioni e sistema produttivo

“Siamo orgogliosi di presentare questo progetto, uno dei primi nati grazie alla Fondazione Saccone, ormai sei anni fa – ha dichiarato Giorgio Scala, presidente della Fondazione Saccone – Mettendo insieme ricerca, istituzioni e sistema produttivo, abbiamo dato vita a un modello che rappresenta l’economia più forte del territorio. Un modello scalabile e replicabile, frutto di un sistema produttivo che necessita di efficientamento, abbattendo costi e impatto ambientale.”

“Viviamo in un momento storico in cui le risorse sono limitate – ha spiegato la professoressa Rossella Robusto, referente dell’azienda agraria del ProfAgri Salerno – Come ProfAgri cerchiamo di formare figure capaci di parlare di sostenibilità e innovazione. Agrotecnico, agrotecnologo, col nuovo percorso del 4+2, ad esempio. Vi è la possibilità, per questi ragazzi, di essere le sentinelle di un domani sostenibile, con la consapevolezza di un’agricoltura responsabile che pensa al futuro del pianeta.”

L’assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo ha invece posto l’accento sulle politiche della Regione Campania per supportare progetti di bioeconomia come 100% Rucola. “I prodotti campani si stanno affermando sempre di più sui mercati – ha affermato – grazie a imprese solide e strutturate e a materie prime di qualità. Siamo sulla buona strada. Ora dobbiamo spingere l’acceleratore verso una sostenibilità ambientale maggiore per compensare l’elevato sfruttamento che l’agricoltura richiede. È un percorso richiesto dall’Unione europea che la Regione Campania vuole assolutamente intraprendere.” 

Il rifiuto si fa risorsa

L’agronomo Marco Valerio Del Grosso ha concluso gli interventi evidenziando come una gestione sostenibile delle coltivazioni possa trasformare le filiere agroalimentari in motori di sviluppo e innovazione. “Nella Piana del Sele abbiamo circa 3.500 ettari di serre che ci rendono i più grandi produttori italiani di rucola – ha spiegato – Produrla comporta alcune difficoltà, come umidità, malattie e scarti. È normale in agricoltura. Ma con questo progetto riusciamo finalmente a trasformare un rifiuto in una risorsa, abbattendo non solo i costi ma generando reddito e nuove opportunità.”

Non bisogna sottovalutare l’utilità e la sostenibilità ambientale di un progetto che vede uno scarto o un eccesso di produzione come una risorsa che può fare da volano per tutta la provincia di Salerno” ha infine affermato Annamaria Cascone, dell’azienda agricola Cascone. Presenti in sala anche Michele Buonomo di Legambiente Campania e Maurizio Camillo, presidente dell’Ordine degli agronomi e agrotecnici della provincia di Salerno, che hanno sottolineato l’importanza di affiancare progetti di questo tipo a favore dello sviluppo del territorio e in contesti scolastici come quello del ProfAgri. 

Grazie a questa iniziativa, il progetto 100% Rucola si pone come modello di riferimento per l’intero settore, dimostrando che la valorizzazione degli scarti non solo riduce l’impatto ambientale, ma rappresenta anche un’opportunità di crescita economica e sociale. Progetto 100% Rucola - Cup n. B29H23000120006. Misura 16 “Cooperazione” art. 35 del Reg. (Ue) n. 1305/2013 – Sottomisura 16.1 – Tipologia di Intervento 16.1.2 – “Sostegno ai Progetti di Innovazione (Poi)".


Fonte: Consorzio di tutela Rucola della Piana del Sele Igp

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