22 marzo 2024

Porti italiani, in arrivo sciopero nazionale

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Le sigle sindacali confederali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno proclamato uno sciopero generale dei lavoratori dei porti italiani fra il 3 e il 5 aprile. Motivo del contendere è la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale da mesi a un punto di stallo: è infatti scaduto lo scorso 31 dicembre.

La protesta, che riguarderà i dipendenti delle Autorità di sistema portuali, delle imprese e delle ex società di interesse generale che applicano il Ccnl (Contratto collettivo nazionale di lavoro), consisterà in almeno 24 ore di sciopero.

I dettagli e le tutele

L’astensione degli operatori dovrebbe riguardare due ore di ogni turno di lavoro per tutto il personale, anche se sarà consentito alle strutture territoriali di concentrare le 24 ore nell’unica intera giornata di venerdì 5 aprile. Per esempio il Porto di Genova ha optato per fermare le attività proprio quel giorno.

“A rotazione – spiegano i sindacati – verrà assicurata la presenza del personale necessario all’assistenza dei passeggeri (compresi autisti) per i trasporti marittimi da e per le Isole; la sicurezza degli impianti e tutela del patrimonio aziendale e la vigilanza e mantenimento in funzione degli impianti per merci deperibili e controllo merci pericolose”.

Proseguono i controlli delle merci

Intanto prosegue l’attività della cabina di regia agroalimentare interforze, composta dall’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi (Icqrf), comando dei carabinieri, capitaneria di porto, guardia di finanza e agenzia delle dogane e dei monopoli, con il terzo report relativo al periodo che va dall’8 al 19 marzo.

Le tipologie di controllo hanno riguardato il made in Italy, in particolare nei settori ortofrutta, olio d’oliva, lattiero-caseario, miele e ittico e si sono concentrate nei porti e nelle aree doganali poste sui confini terrestri e marittimi.

Rispetto alle ispezioni effettuate, che hanno riguardato 193 operatori per un totale di oltre 3.427 tonnellate di prodotti controllati, la maggior parte hanno dato esito negativo.

“Grazie alla sinergia tra le nostre forze dell’ordine, la filiera italiana è sempre più un modello di garanzia per i cittadini e i mercati – ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida – In questi mesi il Governo Meloni ha rafforzato l’impegno per la salvaguardia delle nostre produzioni. Il nostro obiettivo resta quello di garantire prodotti sicuri, salvaguardare la sicurezza alimentare e la salute dei cittadini. I dati che stanno emergendo dai report della cabina di regia dimostrano che la rete dei controlli, al servizio dei produttori onesti e dei cittadini, è efficace, non c’è spazio per chi vuole agire fuori dalla legge e testimonia la qualità dei prodotti presenti sul territorio nazionale”.

I risultati sull’ortofrutta

Dall’8 al 19 marzo le forze della cabina di regia hanno effettuato controlli nei porti di Livorno, Ravenna, Ancona, Salerno, Palermo, Messina, Bari e Brindisi e nelle aree doganali, sia sui mezzi di trasporto sbarcati dalle navi traghetto che sui container e le cisterne in attesa di essere ritirate dai destinatari della merce.

Tra i principali risultati operativi nel segmento ortofrutta sono da segnalare: il sequestro, in Puglia, di 34 tonnellate di conserve vegetali a causa di diverse irregolarità, tra cui l’evocazione della Igp Carciofo Brindisino, nell’etichettatura di migliaia di confezioni di conserve. Sempre nell’ambito delle operazioni di controllo, i Carabinieri del Comando Tutela Agroalimentare hanno sequestrato in tre diverse operazioni 902 chili di carciofi provenienti dalla Tunisia per mancata rintracciabilità, 745 chili di zucchine di provenienza marocchina, in cattivo stato di conservazione e 593 chili di funghi di origine cinese per violazioni inerenti all’etichettatura. 

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