«L’idea mi è venuta in mente guardandomi intorno. Io abito da pochi anni in una cascina in campagna. Non avevo mai visto, capito, guardato, il coltivare quotidiano. E così non ho praticato più lo sport nazionale dell’autodenigrazione». Ha presentato così il suo ultimo libro Giorgio Boatti, giornalista e scrittore, su Radio24, ospite della trasmissione “Si può fare”, dal titolo:“Un paese ben coltivato. Viaggio nell’Italia che torna alla terra e, forse, a se stessa”. Un viaggio attraverso l’Italia agricola, da Nord a Sud, per raccontare con grande curiosità, e senza un approccio specialistico – qui sta proprio la sua forza – storie agricole italiane che mostrano un Paese dove non tutto va male. Anzi. E ovviamente c’è molta ortofrutta in questo affresco. «Ripercorro storie, sfide, non solo prodotti. Solo la qualità è premiata. Negli agrumi abbiamo perso posizioni perché abbiamo fatto errori. Ma ho visto storie nel Meridione, imprenditrici donne. La filiera della fragola in Basilicata, l’uva da tavola che diventa un brand che va in giro per il mondo negli Emirati Arabi o in Russia e viene venduto come prodotto di qualità». E ancora l’avventura del radicchio di Chioggia, dei piccoli frutti del Nord Italia e delle ciliegie pugliesi.
Giorgio Boatti
Un paese ben coltivato. Viaggio nell'Italia che torna alla terra e, forse, a se stessa
Pagine 272
Editori Laterza