Si è tenuta venerdì 26 giugno al Centro sperimentale ortofloricolo Po di Tramontana di Veneto Agricoltura a Rosolina (Rovigo) la 29esima “giornata aperta orticola”. Un appuntamento consolidato e rivolto ai tecnici che, per ovvi motivi, quest'anno è andato in scena in versione digital.
Attraverso visite guidate virtuali sono state mostrate le prove sperimentali in atto: partendo dal confronto varietale, e passando per tecniche colturali, forme di allevamento, difesa, si è parlato di pomodori, melanzane, cetrioli, aglio, fragole e peperoni. Questi ultimi, in versione bio, sono la novità del 2020. Ha aperto i lavori Alberto Negro, direttore generale dell'agenzia regionale, nonché commissario straordinario, che ha ricordato: “Serve innovazione nel settore agricolo. Qui siamo al lavoro per supportare gli operatori e i tecnici per vincere due grandi sfide: i cambiamenti climatici e la situazione fitopatologica, che richiede sempre maggiore attenzione”.
Peperoni bio: “Una richiesta del territorio”
“Il peperone bio entra da quest'anno a far parte delle nostre prove – spiega Franco Tosini, direttore del centro sperimentale – Ce lo ha chiesto il territorio“. Sono due le varietà al banco di prova – Giorgione e Coraza – entrambe non innestate, in modo da renderne la gestione più facile. L'obiettivo della sperimentazione è valutare i pregi e i difetti della coltura, apportando eventuali correzioni alle tecniche colturali adottate: “Le trappole contro la piralide sono fondamentali – puntualizza – perché nelle colture biologiche di fondamentale importanza è il monitoraggio“.
A proposito di biologico, a Po di Tramontana si sperimenta anche il pomodoro bio Cuore di bue. In particolare, sono in atto test sulla forma a Y della pianta, che permette minor ricorso alla manodopera, nonché un ambiente più arioso e spazioso per i frutti.
Luca Michieletto tecnico di Green Fruit srl, ha commentato: “Assistiamo a un progressivo e costante aumento interesse verso i prodotti biologici. Oggi, complice l'emergenza sanitaria, osserviamo un aumento della richiesta di prodotto bio confezionato, il consumatore è alla ricerca della sicurezza“.
Pomodori, prove tecniche per Marmande e Nasone
Oltre ai pomodori a grappolo, le cui prove varietali vengono fatte per il primo anno senza che abbia avuto luogo la potatura del primo palco, in modo da favorirne la colorazione, nel centro sperimentale è sotto la lente il pomodoro Marmande: schiacciato e costoluto, è un pomodoro tipico siciliano; da qualche anno, però, è molto richiesto anche in Veneto: “I primi risultati sono interessanti – racconta Tosini – Si tratta di un prodotto che va raccolto invaiato e che deve il suo successo anche alle diverse colorazioni di cui è capace, dal verde al rosso, passando per il colore bruno e quello rosato”.
Non è invece una prova varietale quella a cui è sottoposto il pomodoro Nasone: “Stiamo testando la conservazione del germoplasma autoctono – spiega il direttore – Si tratta di un prodotto perfetto per la vendita diretta, anche per via della shelf life molto breve. Un prodotto che piace, anche per via della sua sostenibilità intrinseca”.
Melanzane bio, le prove in corso ad Agripolis
Dalla serra del campus di Agripolis (Università di Padova), Carlo Nicoletto, ricercatore, è intervenuto per raccontare la sperimentazione in atto, oramai da tre anni, sulla melanzana bio: “Stiamo usando quattro diverse matrici organiche per eliminare completamente il fabbisogno azotato della coltura – spiega – Nel merito, si tratta di pollina, digestato, compost spento di fungaia e un formulato commerciale a base di prodotti vegetali”. Sotto esame non solo la concimazione, ma anche la valutazione dell'innesto: alcune piante sono innestate, altre no. Infine, per proteggere la coltura, la serra è dotata di reti anti-insetto: “Il 25 giugno è iniziata la raccolta e la pezzatura media del prodotto è intorno ai 600 grammi – conclude – La sperimentazione va avanti, il prodotto biologico è sempre più richiesto”.
I cetrioli piacciono verde scuro, le fragole fuori stagione
Sono 33 le varietà di cetriolo su cui è in corso una sperimentazione, tutte innestate su zucca; la raccolta è iniziata a metà maggio e si prosegue fino alla prima decade di luglio. Poi sarà la volta di un secondo ciclo: “Il frutto – spiega Tosini – per essere apprezzato dal mercato, deve essere cilindrico e, soprattutto, verde scuro in maniera omogenea e uniforme: è questo il principale indice di freschezza del prodotto”.
Quanto alle fragole, è intervenuto Matteo Barilli, in particolare su quella veronese: “Cresce l'interesse per le fragole fuori stagione, che siano quindi disponibili da giugno a ottobre”. Per tale motivo, a Po di Tramontana si sperimentano (fuori suolo) varietà rifiorenti, in particolare la Malga e la Florida: “L'obiettivo – sottolinea Tosini – è prolungare la stagione“.
Il punto sull'Aglio bianco polesano Dop
Enzo Barbujani, agronomo, ha fatto il punto sulla stagione dell'Aglio bianco polesano Dop: “Quest'anno il clima è stato molto secco e pertanto i diserbi non hanno funzionato alla perfezione – spiega – Le irrigazioni sono partite già a marzo, proprio per garantire le pezzature del prodotto. Non si sono riscontrati particolari patologie”. Nella stagione 2019-2020 (la commercializzazione termina il 31 maggio) il consorzio dell'Aglio polesano Dop ha movimentato circa 550 tonnellate: “Quest'anno abbiamo un prodotto più pesante, il che dovrebbe impedire la disseccazione del prodotto, una delle principali problematiche di questa coltura”. Quanto ai mercati, Barbujani appare ottimista: i principali competitor sono Spagna e Cina – chiosa – La prima è in difficoltà per il clima, e perderà il 20-30%; la seconda, per via dell'emergenza sanitaria, dovrà smaltire l'aglio che non è stato venduto durante il lockdown”.