In questi tempi di Covid-19, con mercati rionali e farmer's market chiusi e nell'impossibilità per i clienti di raggiungere i punti vendita aziendali, le prospettive dell'annata per i piccoli produttori sembrano incerte. Con i primi prodotti come fragole e ortaggi che stanno maturando e i trapianti e le raccolte da pianificare, l'incertezza della domanda e della vendita potrebbe condizionare piani e risultati. Si stanno sviluppando tentativi di organizzare consegne a domicilio ma rimane un problema di fondo: la maggior parte dei produttori rimane invisibile ai consumatori e, al tempo stesso, non ha le risorse per dotarsi in autonomia di un sistema di promozione digitale dei propri prodotti.
La piattaforma digitale Wefrood, ideata un anno fa dalla start-up emiliana C2B4Food per favorire l'incontro di produttori e consumatori di ortofrutta, si mette a disposizione dei piccoli produttori di ortofrutta offrendo loro l'opportunità di promuovere gratuitamente l'offerta dei loro prodotti, evitando così il rischio di un isolamento che potrebbe metterne in pericolo la sopravvivenza.
Il servizio della piattaforma Wefrood è estensibile ad altri territori e regioni italiane. Il funzionamento è semplice. Il produttore accede al sito Wefrood, si registra gratuitamente, compila il suo profilo inserendo i suoi riferimenti e tutti i prodotti e i servizi che può offrire, compresa la consegna a domicilio. In caso di necessità, il produttore può accede ai tutorial “Registra la tua azienda” e “Carica la tua offerta” entrambe disponibili sul canale youtube di Wefrood. Completata la registrazione, il produttore è raggiungibile da parte di tutti i consumatori che scaricano l'app Wefrood. Anche in questo caso, per chi tra i consumatori incontra difficoltà nella navigazione elettronica è previsto un tutorial “trova prodotto” che spiega come utilizzare la piattaforma.
“Offriamo ai piccoli produttori di ortofrutta – sottolinea Paolo Beltrami, fondatore di C2B4Food – un canale dedicato e gratuito. Wefrood non vende prodotti né chiede commissioni a produttori o consumatori. Semplicemente fa incontrare domanda ed offerta; è una soluzione completamente italiana che vuole semplificare l'approccio al digitale delle imprese e aiutare le persone a trovare prodotti freschi ed a premiare la qualità. Questa terribile crisi sanitaria, con tutto ciò che sta comportando a livello economico e di mercato, potrebbe essere la grande occasione per le aziende agricole del nostro Paese di imboccare la strada della digitalizzazione”.
“E' importante per tutte, lo è ancora di più per le aziende più piccole che producono prodotti freschi e deperibili e non hanno i numeri per accedere ai grandi distributori. Ricordo semplicemente che solo l'11% delle aziende agricole italiane ha un sito internet, il che taglia fuori l'89% dalle opportunità, sempre più grandi, del mercato digitale”. Aiutare i piccoli vuol dire aumentare la stabilità del sistema grazie alla coesistenza di modelli diversi tra loro. Per un piccolo produttore, singolo o associato ad altri, il servizio di Wefrood può risultare molto utile, oggi nell'emergenza come domani, quando torneremo ad una vita normale”.
Dopo una prima fase di test, avviata nel marzo di un anno fa, Wefrood ha avuto, nel corso dell'estate e del primo autunno 2019, una messa a punto che ha coinvolto sia gli aspetti operativi che contenutistici. I risultati sono subito arrivati in termini di nuovi contatti e di coinvolgimento di consumatori e aziende. Tra queste vale la pena di citare Melinda, il grande Consorzio di frutticoltori della Val di Non che detiene il marchio più famoso dell'ortofrutta italiana. Melinda ha colto il significato del progetto, in particolare per quanto riguarda il dialogo che lo stesso è in grado di attivare tra consumatore e rivenditore.
L'azione della start up per risolvere le criticità legate al Covid-19 ha inoltre incontrato il favore e il riconoscimento della Regione Emilia-Romagna che il 21 marzo ne ha dato notizia. “L'iniziativa – si legge infatti sul sito della Regione – aiuta i piccoli produttori a farsi conoscere e i consumatori a comprare frutta e verdura fresca rimanendo a casa”.