Nel 2022 è nata l’organizzazione di volontariato Zero Residui, con l’ambizioso progetto di strutturare anche in Italia un segmento di mercato a zero residui (ZR). Ora l’associazione e la rete di aziende partner presenta a Macfrut le realizzazioni concrete raggiunte in questi due anni. Realizzazioni che chi vorrà potrà conoscere incontrando Zero Residui dall’8 al 10 maggio allo stand del Consorzio Funghi Treviso.
Alcune anticipazioni
Un primo paniere ortofrutticolo a zero residui è stato promosso da una rete d’imprese formata da alcuni nostri associati, per primi Evergreen Group, L’Insalata dell’Orto e il Consorzio Funghi Treviso, aperta a tutte le aziende interessate. Il lancio del Brand “Paniere Zero Residui sta iniziando ad intaccare il non possumus, fin qui opposto dalla Gdo ai prodotti ZR, grazie a Pam che ha aperto le porte al paniere.
Ancora: Zero Residui ha sperimentato sul campo, nel grossetano, la farina di basalto (prodotta da Basalti di Orvieto) contro i principali fitofagi di olivo e vite. L’articolato dossier che a giorni diffonderemo, dimostra l’efficacia di questo corroborante/antiparassitario naturale e sostenibile che può sostituire le decine di migliaia di tonnellate di pesticidi irrorati annualmente sulle colture convenzionali di olivi e viti. Peraltro con un notevole risparmio economico. La farina di basalto è stata diffusa, in combinazione con il biostimolante naturale prodotto da Sfera bio, dall’innovativo nebulizzatore a carica elettrostatica di Martignani, che ha permesso una copertura ottimale, risparmio di prodotto e tempo. Inoltre Koppert Italia ha fornito il protocollo di biocontrollo.
C’è altro
Prima di continuare con le buone pratiche è bene chiarire un punto. Zero Residui sicuramente ha come primo obiettivo l’affermazione del principio di precauzione e la tutela della sicurezza alimentare: di qui la nostra preoccupazione per i pesticidi nel piatto. Ma non è un obiettivo avulso dal contesto generale. Da alcuni anni il settore ortofrutticolo italiano e in generale quello agricolo, sta vivendo una fase economica molto difficile: qualificare l’offerta e differenziarla, producendo a ZR, è forse l’unica strada virtuosa per superare la crisi. Infatti i prodotti sostenibili a zero residui, come rivelano recenti indagini, sono ricercati e premiati dal 30% dei consumatori.
Per far questo serve che le aziende interessate costruiscano alleanze e iniziative concrete capaci di far crescere la visibilità e la distintività dei prodotti ZR, anche sugli scaffali della grande distribuzione. La nostra associazione sarà al loro fianco.
Prima di tutto però è necessario che i produttori adottino pratiche agricole che, partendo dalla riduzione progressiva degli input chimici, si traguardino verso un’agricoltura pienamente sostenibile. Pratiche che, oltre a quelle citate all’inizio, “Zero Residui” o i suoi partner, stanno sperimentando o già praticando. Come l’ uso della farina di basalto, l’impiego del concime organico di Almalana, l’utilizzo di una tracciabilità sicura come la blockchain di EZLab, l’implementazione di sistemi di irrigazione efficienti che risparmiano il 30% d’acqua e il 15-20% d’energia, testata dall’Università della Tuscia.
E’ fondamentale infine, che le tecniche agronomiche ZR siano normate da disciplinari terzi, ampiamente condivisi. A questo scopo la nostra associazione, attraverso il suo comitato tecnico-scientifico, ha promosso le Linee guida per la definizione del metodo di produzione agricola sostenibile a zero residui. Al momento si tratta dell’unico documento di riferimento condiviso in Italia, realizzato attraverso un ampio confronto con accademici, agronomi, produttori ed altri stakeholder.
Fonte: Zero Residui