08 aprile 2024

Foglie preziose: energia da ananas, farina da carciofi

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E’ storia (quasi) antica l’uso del cibo per produrre energia e combustibile o altre materie prime, più interessante quando questa è il frutto della lavorazione degli scarti. In queste caso delle foglie di ananas e carciofi che oggi rappresentano un costo generato dalle spese di smaltimento.

In Sardegna lo studente che estrae energia dall’ananas

E’ un piccolo chimico – Daniele Pinna, studente di Nulvi in provincia di Sassari – ad aver convinto la Commissione europea con il suo progetto di economia circolare. Premiato nel concorso I giovani e le scienze 2024.

Daniele Pinna

A destra Daniele Pinna

Una ricerca innovativa con cui ha conquistato il pass per gli Expo sciences in Belgio nel 2025. Come si legge sul quotidiano La Nuova Sardegna: “La ricerca di Daniele, portata avanti con il supporto della docente Tiziana Castia, all’istituto tecnico industriale Angioy di Sassari, ha dimostrato che le fibre di foglie di ananas possono sostituire le batterie e produrre energia“. Attenzione si tratta di alimentare “dispositivi a bassa potenza come lampadine, giocattoli e mini ventilatori”.

Ananas al posto della cellulosa

Daniele spiega l’innovazione: “Abbiamo pensato di utilizzare le fibre delle foglie di ananas in una ottica ecosostenibile per sostituire quelle di cellulosa, comunemente impiegate per la preparazione di batterie, che però hanno un grande impatto ambientale, che va evitato. Le fibre dell’ananas sono più sostenibili. Dell’ananas mangiamo solo il frutto e le foglie diventano uno scarto. Abbiamo quindi cominciato a separare le fibre e a usarle come batterie”.

I fondatori Nicola Ancilotto e Luca Cotecchia

Si riusano anche le foglie di carciofo

Bene e ottima la ricerca dello studente sardo sulle foglie di ananas, ma l’isola è produttrice soprattutto di carciofi. In gran quantità e vengono anche lavorati quindi con una massa critica di prodotto più facile da recuperare e con una possibile prospettiva industriale. Ma i carciofi si producono in tutta Italia. E’ un’idea interessante, ha portato alla creazione di un’impresa, ha visto la luce in Friuli Venezia Giulia.  La startup è Circular Fiber, fondata da Nicola Ancilotto e Luca Cotecchia.

Il prodotto è Karshof,  una farina funzionale ad alta digeribilità, priva di glutine, a basso contenuto di zuccheri ma ricca di fibre (60%), proteine (13%) inulina e cinarina.

Vediamo la logica che regge il progetto: “Attraverso un’economia circolare e sostenibile vogliamo portare sul mercato dei prodotti innovativi e alternativi, e renderli fruibili da tutti. Ispirati dal postulato di Lavoisier sulla legge di conservazione della materia, abbiamo creato il nostro cred, nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma… in prodotti di valore”.

Questa la vision, ma a vedere la home page del loro sito si scopre la “materia prima seconda” originata dal processo di recupero. Parliamo di pane, pizza e pasta a base di farina Karshof. Visto il gran consumo degli italiani, non mancano gli impieghi.

Buona l’idea, ma non è semplice fare industria

Sulla pagina Linkedin della startup sono tante le foto con pane e altri prodotti sfornati utilizzando la Karshof, merito di un call dove si è messo a disposizione il prodotto delle aziende. La farina funziona. Il problema è avviare una filiera industriale che si occupi di lavorare almeno una parte delle 270mila tonnellate di scarti generati ogni anno. Ma non è semplice. Il prodotto va lavorato in loco. Circular  Fiber ha trovato un trasformatore della zona che è entrato in società e pensano- come hanno dichiarato in un intervista a Pianeta 2030 del Corriere della Sera ai laboratori mobili. Non è semplicissimo trasformare in processo industriale una pur lodevole innovazione tecnologica.

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