23 luglio 2021

“Progetti di ricerca applicata: ecco come diamo valore aggiunto alle Op”

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Creare valore aggiunto per le Organizzazioni dei produttori attraverso progetti di ricerca applicata che possano trasferire la conoscenza dall’ambito della ricerca scientifica alla pratica agricola.

E' quanto si propone Italia Ortofrutta unione nazionale con i progetti avviati sulla base di un’analisi dei fabbisogni di ricerca utili a dare risposta alle criticità che le Op e i loro soci debbono affrontare in modo da individuare ambiti di intervento comuni e rendere più produttivi gli investimenti realizzati. Il tutto evitando di polverizzare le risorse in una miriade di progetti poco efficaci.

L’individuazione e l’attivazione di partenariati con primari enti di ricerca pubblici quali il Crea, l’Università della Tuscia e l’Università di Firenze rappresentano il vero plus dei progetti di ricerca applicata di Italia Ortofrutta che, da subito, ha voluto il coinvolgimento attivo delle proprie Op negli stessi progetti.

I progetti di ricerca applicata promossi dall’Unione nazionale fanno riferimento alla Misura 4 – “Ricerca e produzione sperimentale” – dei programmi operativi delle Organizzazioni dei produttori (Op) del settore ortofrutticolo e al momento vedono il coinvolgimento diretto di circa 40 Op per un valore della produzione commercializzata pari a 670 milioni.

La partecipazione dell’Unione e delle Op all’interno della cabina di regia dei singoli progetti di ricerca rappresenta un fattore strategico per il superamento di alcune criticità proprie delle attività di ricerca che spesso rischiano di rimanere confinate ai soli ambiti scientifici. Nel caso di questi progetti, infatti, è previsto il coinvolgimento diretto dei tecnici delle singole Op con l’obiettivo di realizzare una ricerca applicata che venga svolta presso le strutture di produzione sia di campagna che di magazzino proprio per compiere una ricerca vera nelle reali condizioni in cui operano le aziende.

Produzione e ricerca a confronto a vantaggio di tutti

“Creare una reale opportunità di networking e di dialogo tra due mondi, quello della ricerca scientifica e quello della produzione, questo l’obiettivo ambizioso che i nostri progetti di ricerca applicata cercano di perseguire – dichiara Vincenzo Falconi, direttore di Italia Ortofrutta – perché solo dal confronto e dal dialogo tra queste competenze è possibile progredire e rendere la nostra agricoltura molto più competitiva per il futuro”.

I punti di forza dei progetti di ricerca

Intanto, nascono da fabbisogni concreti del settore produttivo e comuni a più Organizzazioni dei produttori ortofrutticoli (Op). E prevedono il coinvolgimento di più Op superando il vincolo legato alle ridotte dimensioni delle imprese e canalizzando tutte le risorse finanziarie su un fabbisogno comune. In più, le sperimentazioni avvengono direttamente sugli impianti di lavorazione delle Op/ sui terreni dei soci delle Op coinvolte, ovvero nelle reali condizioni operative.

Poi, sono finalizzati al “trasferimento delle conoscenze” alle imprese ortofrutticole perseguendo le finalità che la normativa comunitaria e nazionale attribuisce alle Organizzazioni dei produttori; prevedono la responsabilità scientifica di un Istituto di ricerca pubblico che ne garantisce la scientificità e l’affidabilità dei risultati e favoriscono l’interazione tra il mondo produttivo e quello della Ricerca, binomio essenziale per il progresso del settore.

“Attività volte alla verifica dell'incremento della conservabilità in post raccolta di frutta e ortaggi mediante la sperimentazione di un dispositivo di fotoossidazione idrata-catalitica”

L’obiettivo principale del progetto è quello di avere più tempo per la collocazione del prodotto ortofrutticolo fresco sul mercato al momento giusto. A tal fine si sta testando, con l’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, un macchinario per aumentare la conservabilità dei prodotti che viene installato direttamente nelle celle di conservazione dei prodotti ortofrutticoli, per rendere la deperibilità meno critica.

Numeri e obiettivi del progetto

Nel progetto, di durata biennale (2020/21) sono coinvolte 18 Op. Tra gli obiettivi: aumentare la shelf-life e la conservabilità e dei prodotti; verificare la fattibilità di impiego della tecnologia di foto ossidazione idrata catalitica durante la frigo conservazione; raggiungere nuovi e più lontani mercati di sbocco

I prodotti oggetto di sperimentazione nel primo anno sono: fragole, piccoli frutti, zucchine, cavolfiore, asparago, radicchio e mele. Nel secondo anno: peperone, lattuga, uva da tavola, kiwi, mele, pesche e piccoli frutti. Coordinamento scientifico: Università degli studi della Tuscia di Viterbo.

“Progetto nazionale di confronto varietale per il pomodoro da industria e di incremento della sostenibilità ambientale della coltivazione attraverso la riduzione del consumo idrico e l'introduzione di pacciamatura biodegradabile”

L’obiettivo del progetto è potenziare la capacità decisionale delle Op verso i propri produttori fornendo uno strumento di conoscenza alle Op del comparto sul comportamento di nuovi ibridi di pomodoro di recente introduzione e/o pre-commerciali nei diversi areali di produzione e di aumentare la sostenibilità ambientale della coltivazione. Sono stati pertanto realizzati 12 campi di confronto varietale distribuiti su tutto il territorio nazionale e quattro campi dove viene testata la pacciamatura biodegradabile in sinergia con l’irrigazione deficitaria.
Sono 13 le Op coinvolte. Coordinamento scientifico: Crea.

“Incremento della sostenibilità agroecologica delle coltivazioni ortive intensive nella zona del basso Lazio”

L’obiettivo del progetto è coniugare la produttività e l’economia ortofrutticola con la sostenibilità ambientale di lungo periodo nell’areale del basso Lazio. I prodotti interessati sono: zucchino, pomodoro, ravanello, insalatine per IV gamma (baby leaf), anguria/spinacio.
Saranno realizzate diverse prove sperimentali per: incrementare la sostanza organica del suolo attraverso l’utilizzo di compost da Forsu; razionalizzare l’irrigazione attraverso l’applicazione di sonde al fine di avere un risparmio idrico; testare i miglioramenti biostimolanti derivanti dall’uso del tè di compost; valutare gli effetti della solarizzazione integrata. Nelle annualità 2021/23 saranno coinvolte 10 Op. Coordinamento scientifico Crea.

“Miglioramento delle tecniche di coltivazione del pomodoro da industria, finalizzato a ottenere un maggior rispetto ambientale per la messa a punto di un disciplinare di produzione made in Toscana”

Per definire un modello di coltivazione del pomodoro da industria toscano caratterizzato da un elevato rispetto per l’ambiente e dall’innovazione, partendo dal disciplinare di produzione integrata regionale, saranno testate proposte di intervento mediante le metodologie dell’agricoltura di precisione mirate a migliorare le tecniche di coltivazione attualmente utilizzate. Un’analisi dei costi definirà la performance economica delle tecniche proposte e quantificherà anche la riduzione degli input produttivi.
Annualità 2021-2022, Op coinvolta Asport. Coordinamento scientifico Crea.

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