Le antocianine, pigmenti presenti in frutta e verdura di colore rosso, viola o blu come mirtilli, uva, cavolo rosso e melograno, possono avere un effetto protettivo contro i danni causati dalle microplastiche sulla salute umana in generale, e sulla salute dell'apparato riproduttivo in particolare. A dirlo uno studio del Finland-China Food and Health Network.
Che cosa sono e dove sono le microplastiche
Le microplastiche, particelle di plastica con dimensioni inferiori a cinque millimetri, sono presenti ovunque: nell'acqua, nel suolo, nell''aria e negli alimenti. E non mancano negli organismi viventi, esseri umani compresi. La loro diffusione è in costante aumento, sollevando preoccupazioni, nel mondo della ricerca e della medicina, riguardo ai potenziali effetti sulla salute umana.
Da questa premessa è partito lo studio del Finland-China Food and Health Network che ha evidenziato la loro presenza nel tessuto riproduttivo umano, suggerendo possibili impatti negativi sulla fertilità e sull'equilibrio ormonale.
Silenziose, ma diffuse e pericolose
Secondo una stima dell’Onu, già dieci anni fa gli oceani contenevano circa 51mila miliardi di particelle di microplastica. Si tratta di frammenti derivati da oggetti in plastica più grandi (come sacchetti, bottiglie, reti da pesca), ma anche da attività quotidiane come il lavaggio di abiti sintetici, l’uso di cosmetici o l’attrito degli pneumatici durante la guida.
Le microplastiche sono state rinvenute in ogni parte del corpo umano: nei polmoni, nel sangue, nei testicoli, nella placenta, nel latte materno e perfino nel cervello. Sono infatti capaci di attraversare le barriere biologiche più protettive - come quella ematoencefalica e quella placentare - e di interferire con sistemi vitali come quello nervoso, endocrino e riproduttivo.
Le microplastiche non sono solo piccoli pezzi di plastica: contengono fino a 16mila composti chimici, molti dei quali (come Bpa, ftalati e Pfas) sono noti interferenti endocrini, con effetti potenzialmente gravi sulla salute umana. Numerosi studi stanno evidenziando collegamenti tra l’esposizione a queste particelle e l’insorgenza di malattie neurodegenerative come Alzheimer, Parkinson e Sla, ma anche di problematiche cardiovascolari e tumorali, in parte dovute all’infiammazione cronica che le microplastiche possono generare alterando il microbioma intestinale.
Il potenziale degli antociani
Gli antociani sono pigmenti vegetali, responsabili dei colori vivaci di molti frutti, fiori e ortaggi - per fare alcuni esempi mirtilli, more, uva nera, ciliegie, cavolo viola, ma anche noci e nocciole - e appartengono alla famiglia degli antiossidanti. La ricerca scientifica del Finland-China Food and Health Network ha evidenziato il potenziale protettivo di questi composti.
Secondo la ricerca, gli antociani sembrano in grado di ridurre lo stress ossidativo e l’infiammazione indotti dalle microplastiche; questi risultati non suggeriscono una soluzione definitiva, ma indicano con chiarezza una direzione: in attesa di soluzioni più efficaci per limitare la diffusione delle microplastiche nell’ambiente, si può agire sul fronte della prevenzione, consumando più frutta e ortaggi.